Il FlaneurNei MillePiani di questo mondo complesso vorrei muovermi (> io, blogger freelance) come un flaneur del III° Millennio, cercando/creando e re-inventando contenuti da ogni parte del globo, in ogni lingua, con qualunque mezzo; il mondo stesso sta diventando sur-reale, un'opera d'arte da comprendere, da contemplare, da rimanerne abbacinati, da divulgare.

"I frutti puri impazziscono" scriveva Clifford, e quelli impuri vivono di duttilità, di "pseudo-vagabondaggio" (reale e digitale), di vita divulgata e condivisa, trans-mediale e trans-frontaliera, decostruita e ricomposta; contaminazioni che arricchiscono ma che possono anche annientare la persona se essa non comprende che tale processo è già "oltre" di lei.

La mente lo intuisce e il corpo sempre-più-cyborg, con a disposizione sempre più "piccoli aiutanti" tecnologici, cerca di seguire e allo stesso tempo costruire tale rivoluzione antropologica (ma a mio parere lo fa soprattutto guardandosi all'indietro, quasi, forse, per sentirsi lui stesso protagonista e costruttore di un qualcosa che invece lo vede in realtà molto più spettatore, commentatore o utente... passare alla cabina di regia è lo sforzo che ognuno interessato a "produrre contenuti" si deve proporre, ed è il punto focale che questo breve scritto vuole illustrare). Ma non è semplice: la svolta di prospettiva antropologica a cui stiamo assistendo/partecipando è di portata simile (o addirittura superiore!) a quella copernica...

Ma torniamo al flaneur e alla figura professionale che ad oggi - nella complessità delle cose, delle vite e delle filosofie/politiche e religioni che ho cercato di rappresentare sopra - potrebbe incarnarne meglio quello che era lo spirito di tale figura Ottocentesca: il creatore di contenuti o il blogger freelance (possibilmente di formazione umanistica); questa figura ha sia gli strumenti cognitivi, che tecnici che di "libertà" professionale che lo rende ineguagliabile, almeno nelle possibilità di partenza, per tentare l'accesso alla "cabina di regia"!

Ho già intravisto esperimenti simili in questo senso, e mentre adesso ne scrivo ce ne saranno migliaia di altri probabilmente già molto più avanzati e vicini all'interpretare (e sfruttare a proprio vantaggio) il nocciolo della questione; io per il momento ho soltanto messo su un piccolo lab-blog di produzione contenuti creativa, ma ancora molto "in bozza" e oltratutto al momento manchevole di supporti tecnologici indispensabili per poter anche solo tentare "il salto".

Questo è quanto ci dice Wikipedia sul "flaneur" di Baudelaire:
"Attorno al 1850, Baudelaire sostenne che l'arte tradizionale era inadeguata per le nuove e dinamiche complicazioni della vita moderna. I cambiamenti sociali ed economici portati dall'industrializzazione richiedevano che l'artista si immergesse nella metropoli e diventasse, per usare le parole di Baudelaire, un botanico del marciapiede, un conoscitore analitico del tessuto urbano. Poiché coniò il termine riferendosi ai parigini, il flâneur (colui che passeggia) e la flânerie (il passeggiare) sono associati con Parigi e con quel tipo di ambiente, che lascia spazio all'esplorazione non affrettata e libera da programmi. Il flâneur è tipicamente molto consapevole del suo comportamento pigro e privo di urgenza ed era descritto, per esemplificare questa sua caratteristica umorale, come "uno che porta al guinzaglio delle tartarughe lungo le vie di Parigi". (fonte: Wikipedia).

Oggi occorre ritrovare quell'esplorazione/appropriazione dello spazio offline ma per unirlo e ricomporlo allo spazio-tempo sociale della rete: immerso in una realtà sur-reale devo muovermi in essa allenando la mente a percepire qualsiasi spazio come possibile scenario di costruzione di evento, di piccola opera d'arte nell'arte, di moto attivo modificatore/connettore che porta ad esistenza l'immaginazione: creatori/divulgatori di epifenomeni creativi urbani; saper giocare in anticipo e trarne profitto sfruttando il web. Questa è la missione del flaneur del 3° millennio e chi saprà interpretarla al meglio disvelerà scenari al momento ancora dormienti nei risvolti bui di questo processo socio-culturale, e saprà portare a sè grossissimi vantaggi in fatto di visibilità (e anche di guadagni).

 

 


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Articolo scritto da
Francesco Giubbilini in esclusiva per il sito Millestanze.it.