StoryTelling 

FreelanceOggi ho letto un'intervista focalizzata sull'importanza promozionale della storytelling soprattutto per brand e liberi professionisti; la "narrazione di sè" che fornisce ai nostri "lettori" un senso (ri)percorribile ed identificabile di ciò che siamo e di cosa possiamo offrire è qualcosa che ha sempre fatto parte (forse, se non l'unica, sicuramente la più importante) del mio modo di pormi: un confine labile tra personale e professionale, perchè ciò che accade nell'una influenza necessariamente anche l'altra "metà"... o comunque, almeno per me è così.

La narrazione si compone di molte sfaccettature che online possono corrispondere ai vari "pezzi" (e modi di essere) di noi che la nostra presenza frammentata costruisce in maniera complementare: sito web ufficiale, blog, profili Social (facebook, twitter, ecc.), discussioni sui forum, scambi email, ecc. Tutto racconta una parte di noi (storytelling), forse apparentemente diversa, ma con un substrato comune che deve rimanere e che, ad uno sguardo unitario dall'alto, deve emergere abbastanza nitidamente.

Non credo che fornire all'esterno un'immagine di noi schizzofrenica o che comunque cerca di adattarsi caso per caso a ciò che si si presenta di fronte sia un bel segnale...

Nell'intervista a cui ho accennato sopra uno dei nodi chiave affrontati è: quanto di noi, del nostro "privato" deve entrare nello storytelling professionale? Ovviamente non tutto credo; ciò che è strettamente privato deve rimanere tale. Ma ciò che invece si pone sul limite, se si è bravi a gestirlo e a giocarci con gli strumenti giusti, può davvero rivelarsi quel "quid" in più che ci fa emergere rispetto ad altri. Per quanto mi riguarda, io credo (e spero!) che mettendo insieme tutti i pezzi del puzzle online che riproduce la mia storytelling (oramai quasi decennale, quindi di materiale ce n'è!), ciò che emerge con più forza, al di là delle scivolose superfici, sia: etica professionale, correttezza, fiducia nella relazione, ironia (e autoironia), impegno e responsabilità professionale, semplicità e trasparenza. Queste sono le qualità che alla fine metto in campo, che fanno parte di me in modo totale, che ritengo importanti e su cui ho basato e continuerò a basare la mia crescita professionale continua che è l'essenza  dell'essere freelance.

E purtroppo (forse...) non riesco davvero a lavorare se a mio parere, dall'altra parte (cliente o collega), mancano queste peculiarità! Essere FREE-lance vuol dire anche essere liberi di poter scegliere con chi e come lavorare e l'esserlo, nel mio caso, da quasi 2 lustri, mi permette (non forse sempre, ma quasi!) di dire NO! a progetti che anche se economicamente interessanti mi si rivolgerebbero contro in termini di benessere emotivo, psichico e qualità di vita.

Tradire la propria storytelling è un errore che ho imparato presto, per mia fortuna, a non commettere! E voi? Siete disposti a tradirla?

GooglePlus Author Profile : Articolo scritto da Francesco Giubbilini in esclusiva per il sito Millestanze.it.